SkipBack live al Cambio

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Lo scorso venerdì 26 marzo si è tenuto uno dei concerti più attesi dell’anno, soprattutto dal pubblico giovane, ma in quest’articolo non parleremo del concerto dei Tokio Hotel a Padova. Pochi lo sapevano e quei pochi che lo sapevano fingevano di non saperlo, ma nello stesso momento in cui Bill Kaulitz starnazzava e si agitava con movenze da checca isterica, a soli 285 km di distanza (3,03 ore in automobile, 2 giorni e 11 ore a piedi, secondo google maps) si teneva un evento ben più significativo, sul “palco” del locale senese “il cambio” infatti gli SkipBack facevano dono al mondo di una delle loro rarissime esibizioni live.

Il concerto, breve ma intenso viene aperto dagli ottimi Yes Express, dei giovani musicisti molto promettenti, capaci di fondere nella loro musica le tipiche sonorità del funk rock, il canto gregoriano e le colonne sonore dei film di Lino Banfi. Quando gli SkipBack impugnano gli strumenti gran parte della clientela del locale non sa cosa li aspetta, il momento in cui viene emessa la prima nota distorta è talmente intenso e allo stesso tempo distruttivo da provocare il battito d’ali di una farfalla in Brasile. I nostri attaccano con Waltz like teen spirit, una versione valzer di smell like teen spirit, il famoso pezzo di Mal e i Primitives. La saletta semivuota comincia a riempirsi, il pubblico osserva i musicisti con lo stesso interesse con cui si guardano i titoli di testa di un film porno, probabilmente anche perchè per problemi tecnico-fisiologico-religiosi il chitarrista suona una parte della canzone mentre il cantante ne canta un’altra e come se non bastasse non azzeccano una nota. Finito il pezzo il proprietario del locale protesta con i musicisti dicendo che se vogliono suonare devono suonare “per bene”, gli SkipBack lo rassicurano con la stessa tenerezza con cui Pogo il clown approcciava i ragazzini prima di violentarli, strangolarli e seppellirli nel giardino di casa.

A questo punto il gruppo attacca con una versione riveduta e corretta di only you e si capisce subito che adesso si fa sul serio, l’incantevole musica funge da potente richiamo per il pubblico che adesso si riversa nella saletta con l’impeto di una mandria di gnu che fugge da un ghepardo che tenta di convincerli a lasciare una firma contro la droga. Ora gli astanti sono più di un milione (almeno secondo gli organizzatori), i musicisti sono talmente bravi che per l’emozione una donna abortisce (e non era neanche incinta) mentre un parroco si distrae e si lascia sfuggire un chierichetto, il cantante Mais Druba mette tutta la potenza delle sue corde vocali al servizio del bel canto, i controcori di Paolo Natso fanno si che l’esecuzione del pezzo suoni come l’esecuzione (capitale) di tutta la musica rock, la chitarra di Jhon Kazza sferraglia in modo disarticolato, non è da meno la new entry del gruppo, il bassista conosciuto come Mister Minotti, ma anche come Maicol Foppa, ma anche come Hans Flower, il novello componente infatti, nel bene e nel male, si integra alla perfezione con gli altri “musicisti”.

Impeccabile anche il supporto ritmico, affidato allo Yes Express Paul Follower, sostituto temporaneo dello storico batterista Drum Pepa, assente in quanto giapponese.

Finito anche questo pezzo i nostri sono pronti ad attaccare con “malox”, uno dei loro cavalli di battaglia, ma il proprietario del locale torna alla carica e mostra di non gradire la performance del quintetto, è ovvio che non capisce niente di arte e non sa che una mano l’avanguardia, di diverso avviso è il pubblico, che ormai galvanizzato, esorta gli SkipBack a continuare urlando e dando di matto, Mais Druba & co. sono titubanti, poi a causa delle insistenti pressioni da parte dei poteri forti cedono palco e strumenti agli Yes Express affidandogli il compito di chiudere la serata.

Non esistono purtroppo documenti fotografici o video che testimonino l’evento, ma siamo in grado di regalarvi la registrazione di only you live, questo documento importantissimo dimostra che il concerto di venerdì è stato un grande passo per gli SkipBack e un balzo indietro per l’umanità.

Recensione di Flavio Sagramola Mazzingazeta, comparsa sul numero settantadieci di “Suicidarianesimo per il nuovo millennio”, il magazine dei suicidariani, ovvero di persone che mangiano carne solo se proveniente da animali morti suicidi.

in mancanza di foto dell’evento inseriamo un’immagine del proprietario del cambio in una delle sue pose intimidatorie

proprietario cambio