Lettera sventrata ai legiferanti sul fine vita

Offriamo oggi un piccolo spazio di questo celeberrimo e trafficatissimo sito per ospitare la lettera che un comune cittadino ha voluto indirizzare ai politici che hanno votato la legge sul fine vita.

Lettera sventrata ai legiferanti sul fine vita

Egregi signori,

ho appreso, tramite i discorsi dei vecchi che frequentano il bar dove faccio colazione, che in questi giorni la camera ha approvato un testo che regolamenta tutta la faccenda dell’accanimento terapeutico, del testamento biologico (che poi è ora di finirla con questa paura degli ogm) e di quelli che vogliono staccare la spina alle donne che sono incinte da 17 anni e non si decidono a partorire (mi pare di aver capito che fosse questa la vicenda di Eluana Englaro).

Prima di tutto ho notato che gran parte di quelli che sono per imporre l’alimentazione forzata per motivi etici sono in genere le persone meno adatte a valorizzare la vita umana. Per dire, la vita è un dono di Dio, va bene, ma nel caso di Giovanardi poteva anche non disturbarsi, o almeno lasciarci lo scontrino affinchè potessimo cambiarlo al negozio, che so, magari con uno di quei distributori di palline di chewing gum in miniatura da mettere sul comodino, che è sicuramente una cosa molto più utile… Quanto alla Binetti, ne vogliamo parlare? Se lei può decidere sulla mia vita io voglio poter decidere sulla sua (e non credo che le convenga).

Ma veniamo al testo.

Leggo che grazie a voi il testamento biologico non sarà più vincolante, ovvero potremo scrivere le nostre volontà sul trattamento di fine vita e rifiutare le cure e l’alimentazione forzata, ma le nostre disposizioni potranno essere ignorate dai medici. Il testamento biologico diventerà perciò un foglio senza alcun valore, come una laurea per intenderci.

Fin qui sono d’accordo, come detto sopra: la vita è un dono che ci ha fatto Dio e noi dobbiamo ringraziarlo per questo, anche quando quel regalo è una tortura terribile. Dobbiamo far conto che ci abbia regalato un disco di Gigi D’Alessio, anche se ci fa schifo tocca continuare ad ascoltarlo all’infinito sorridendo e dicendo “grazie Dio, è davvero bello, proprio la musica che mi piace! Ma come fai a indovinare sempre?” altrimenti si offende e poi sappiamo dalla Bibbia cosa succede in quei casi. D’altra parte bisogna scusarlo se ha un caratteraccio, Dio da piccolo è stato talmente trascurato dai genitori che ha dovuto addirittura generarsi da solo, non c’è da stupirsi che abbia tutta questa mania di essere considerato e di stare al centro dell’attenzione.

Leggo anche, però, che nella legge votata dai camerieri è scritto che “non è possibile sospendere l’idratazione e l’alimentazione se non nel caso in cui il malato si trovi in uno stato di «morte corticale», vale a dire in assenza di attività cerebrale”.

Questa, cari miei, è una violenza bella e buona. Non potete imporre ai cittadini le vostre credenze personali.

So che per questa vostra decisione siete stati tacciati di integralismo cattolico, io credo invece che siate intollerabilmente troppo moderati. Voi stabilite infatti che una persona che non dà più segni di attività cerebrale non abbia più il diritto di ricevere l’alimentazione, come se la sua fosse una vita non più degna di essere vissuta. Questa è discriminazione, ci sono un sacco di cose che una persona può fare in assenza di attività cerebrale e ne abbiamo le prove ogni giorno: può scrivere battute per striscia la notizia, ad esempio, può dirigere il TG1, può commentare i video su youtube, può fare spot pubblicitari per farmaci contro il prurito intimo e ovviamente può votare questa legge sul biotestamento.

Anche qualora volessimo definire i malati senza attività cerebrale tecnicamente “morti” (termine che per dirla tutta ritengo politicamente scorretto), se siete veramente dei buoni cattolici (cosa di cui comincio a dubitare), saprete dai testi sacri che la vita non finisce affatto con la morte e che in più di un caso le persone morte sono “guarite”. Andatevi a leggere la storia di Lazzaro o quella dello stesso Gesù, oppure guardatevi un qualsiasi film di Romero se non ci credete.

C’è da dire poi che la morte non limita affatto la possibilità di un individuo di partecipare attivamente alla società, ad esempio so di bambine morte ammazzate che hanno fatto fare affari d’oro ad alcuni conduttori televisivi, facendo fare ascolti record ai loro programmi e facendo andare a ruba gli spazi pubblicitari delle reti sulle quali andavano in onda, se ne deduce che i cadaveri sono ottimi testimonial pubblicitari.

I morti possono svolgere attività sportive, ad esempio il lancio del peso (nel ruolo del peso ovviamente), anche se il meglio lo darebbero probabilmente nelle gare di apnea — se stupide discriminazioni non impedissero loro di partecipare a queste competizioni.

In ultimo ricordo che non solo una ragazza in coma irreversibile da diciassette anni può partorire, ma anche un morto può generare la vita, specie se lo si lascia sotto al sole estivo per qualche settimana.

Per tutti questi motivi ritengo che interromepere l’assistenza sanitaria ai morti sia una barbarie e faccio appello alla vostra coscienza di bravi cattolici sperando che vogliate tornare indietro e mettere una pietra sopra a questo provvedimento.

Clinicamente vostro

Piergiacomo Aranbengio (allevatore di vongole).

2 Commenti
  1. 13 anni ago
    quellosottoiltavolo

    Bellissima davvero bellissima lettera(bravo)! Vorrei sapere dove posso trovare le sue vongole.

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  2. 13 anni ago
    trabeoscopio

    Il signor Piergiacomo mi ha detto di farti sapere che le sue vongole si trovano soltanto nelle migliori farmacie.

    Rispondi

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