Il capro espiatorio della settimana: LA FORCHETTA

forchetta testaSe avete graffiato l’automobile del vostro odiato collega di lavoro ma siete stati filmati da una telecamera di sicurezza, se avete truccato delle gare di appalto per favorire degli amichetti vostri, che in cambio vi hanno dato quel gormito che vi mancava, ma siete stati colti con le mani nella marmellata, se la polizia ha scoperto la vostra collezione di organi genitali femminili che nascondevate in cantina, non affliggetevi, piuttosto negate spavaldamente ogni responsabilità, anche davanti all’evidenza, negate e scaricate la colpa su qualcun’altro, perché ricordate che nell’Italia degli anni dieci, non il cane, ma il capro è il miglior amico dell’uomo, il capro espiatorio!

Il capro per me di questa settimana è:

LA FORCHETTA

Perché prendersela con la forchetta:

La forchetta è un oggetto contundente e in quanto tale può essere usato per arrecare dolore e morte.

La forchetta è stata inventata in Cina, dunque è una minaccia per il made in Italy ed è estranea alla nostra cultura. L’introduzione della forchetta in occidente fu giustamente avversata dalla Chiesa, in quanto nell’immaginario cristiano (e dunque nella realtà) era un oggetto usato dal diavolo, tanto che tale San Pier Damiani la definì “demoniaco oggetto”. Nel 1700 tuttavia anche la Chiesa si lasciò sedurre dall’infernale utensile. Se i legami satanici non fossero sufficienti c’è da tenere conto che la forchetta ci ruba il lavoro, ad esempio nella tecnica del taglio della cotoletta la forchetta ha lo scopo di tenere fermo il pezzo di carne mentre il coltello infierisce sul cibo e lo riduce in frammenti più facilmente ingeribili, tuttavia se le forchette venissero abolite il ruolo di immobilizzatore di cotoletta potrebbe essere affidato a delle figure professionali specializzate in tale compito, delle persone vestite come nobiluomini francesi del milleottocento potrebbero sedere di fianco al consumatore di cotoletta e tenere ferma la carne premendola contro il piatto con il dito indice, in questo modo si creerebbero moltissimi posti di lavoro e l’economia ripartirebbe. Forse non è un’ipotesi molto plausibile ma è la migliore che mi è venuta in mente. Attenzione particolare merita la forchetta di plastica, che in quanto tale non è biodegradabile e fa parte della categoria di utensili “usa e getta”, che vanno ad aumentare inutilmente la massa dei rifiuti, inoltre le forchette di plastica tendono a rompersi spesso e quindi a far si che il nome di Dio venga pronunciato invano.

Crimini e colpe delle forchette:

Tantissimi dei più sanguinari dittatori quali Hitler, Stalin, Pinochet e Pippo Franco si servivano abitualmente di forchette durante i pasti, sarà un caso? In un cortometraggio di Stan Lauren e Oliver Hardy, la forchetta usata da Stanlio si rifiuta di infilzare un’oliva. Nel 1995 Giacomino Martini, studente delle scuole elementari di Forlimpopoli ricevette un brutto voto perché in un compito scrisse la parola “forchetta” senza la doppia “T”. Con il termine “forchetta” si può anche intendere “forca di media misura” e la forca come tutti sanno era anche il nome con il quale veniva chiamato il patibolo destinato alla pratica dell’impiccagione, che non era mica una bella cosa. Cesare Lanza, autore di “Domenica IN”, “La fattoria”, “La talpa” e di altri crimini contro l’umanità è dotato di un discreto appetito, (come suggerisce anche la sua forma fisica), per questo motivo è definito da alcuni “una buona forchetta”. Il testo della canzone “Una forchetta di nome Giulietta”, presentata allo Zecchino d’oro nel 2007 presenta numerosi passaggi controversi, ad esempio si nota l’atteggiamento snob della protagonista, che si dimostra insensibile nei confronti del povero coltello che le fa la corte, Giulietta, più avanti nella canzone incontra il cucchiaio Romeo e se ne innamora, un passaggio della favoletta dice testualmente “Con quattro denti e un bel sorriso, sposò Romeo all’improvviso.” In una sola frase ci troviamo di fronte a due concetti altamente diseducativi, il primo: La forchetta anziché sposare un maschio della sua specie sceglie un cucchiaio, cosa potrà mai nascere da un’unione così bislacca? Una “cucchietta”? Un “forcaio”? Una buona canzone per bambini dovrebbe educare le nuove generazioni a ripudiare la mescolanza tra razze, poiché il meticciato, oltre a non piacere a Marcello Pera, mina alle fondamenta la nostra cultura, poi va a finire che non sappiamo più chi siamo e ci dimentichiamo dei nostri valori come la tutela della libertà, la solidarietà nei confronti del prossimo e il nostro profondo e maniacale razzismo. Il secondo concetto diseducativo: la forchetta si sposa con il cucchiaio all’improvviso, cioè senza prima fare una seria riflessione, come se il matrimonio fosse una cosa da prendere con leggerezza, sappiamo già come andrà a finire, conoscendosi meglio le due stoviglie impareranno a odiarsi, il matrimonio andrà in frantumi dopo neanche due anni e i figli ne soffriranno, magari si drogheranno, poi sotto effetto di stupefacenti si metteranno alla guida di un’autocisterna piena di materiale infiammabile, si lanceranno contro una fabbrica di fuochi d’artificio nei pressi di un asilo nido e causeranno la morte di un sacco di vite innocenti, è questo che vogliamo per il nostro paese? Se poi vogliamo rigirare la forchetta nella piaga possiamo aggiungere che la suddetta canzoncina non vinse neanche e quindi sicuramente provocò la delusione dei due piccoli interpreti che la presentarono al concorso.

Dopo aver letto tutto questo fate una riflessione, quante volte vi siete seduti a tavola con la vostra più acerrima nemica senza neanche rendervene conto?

1 Commento
  1. 15 anni ago
    Quello sotto il tavolo

    Trovo questa rubrica utilissima, oltre a togliermi dall’imbarazzo di giustificare i miei piccoli crimini settimanali, mi apre gli occhi sui reali pericoli di questa mia società. Ringrazio e dunque torno alla mia passione per il cucito di animali sulla schiena di giovani ragazzi.

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