Favoletta Numero DUE: I tre Orsi Balordi.
C’erano una volta tre orsi, forse ci sono ancora, non lo so devo controllare.
Ma insomma sta di fatto che c’erano tre orsi che rompivano le palle alle api perché volevano il loro miele. Il primo si chiamava Bruno (un orso classico) era il più ciccione ed il più goloso, diciamo che ragionava con lo stomaco. Per assaggiare il gustosissimo miele, sradicó l’alveare dall’albero e se lo ficcò in gola, api e tutto.
Assaporò per tre secondi il miele puro, che colandoli in gola gli permise di emettere un verso sui generis:
– Ahhhhahahhhghhggghhhllg.*
Dopo quei tre secondi di vero piacere iniziò a vomitare api e miele, e con voce assonnata disse:
– É uno sball… – e morì.
Bruno, Bromuro e Orsoroccia. Erano tre imbecilli patentati. Puzzavano da fare schifo, avevano una collezione di mangrovie sotto le ascelle e si scaccolavano con dei bastoni. Si, Orsoroccia c’aveva la fava che gli strusciava per terra. Pareva la gamba di un tavolino.
Il secondo orso che si chiamava Bromuro, il più intelligente, (il che è tutto un dire) vide che vicino c’era un alto alveare. Lo studió da diverse angolazioni. Prese le misure, fece qualche rapido calcolo, e diede un cazzottone all’alveare sfondandolo, facendo incazzare le api, (forse il più intelligente era il primo, si vedrai è così) e facendole andare un po’ ovunque alla cazzo di cane, a pungere tutto quello che trovavano: uccelli, persone, case, cani, gatti, carpe, cassette della posta, bradipi, carte da gioco Modiano©.
Dopo quei tre secondi di vero piacere iniziò a sentirsi pungere ovunque, e con voce stupita disse:
– Ehi! Ma questo è miele! !- poi svenne.
Il terzo si chiamava Orsoroccia ed era il più cretino, vide che poco lontano c’era un altro alveare. Era uno che (diciamolo) ragionava col cazzo, e tutto felice ci ficcò, appunto la fava.
Dopo quei tre secondi di vero piacere si sentí strano, e iniziò a urlare come un deficiente:
-Ahiiiiaaaa!
Giró per le campagne saltellando fino a che non morì di stanchezza, ma soddisfatto.
Fine.
Morale: Fava ed alveari é un binomio senza pari.
* Per simulare correttamente questo suono, o capire di cosa parlo, dovreste ingoiare un alveare. Ma visto che non é da tutti possedere un alveare nel proprio salotto, seguite le seguenti istruzioni: guardate il soffitto, infilatevi due dita in gola, stimolando dei conati. Poi acchiappatevi l’ugola e date uno strattone.
NOTA: L’autore ed Improponibile® non si assumono la responsabilitá delle vostre azioni. Potreste ficcarci anche un alveare vero per quel che mi riguarda. Se siete deficenti non é colpa nostra.)